Bradley Cooper e Lady Gaga cantano dal vivo in “A Star is Born” presentato al Festival di Venezia – Astro nascente o cometa di passaggio?
Per guardare un film come A Star is Born, occorre lasciare da parte i pregiudizi e non presentarsi in sala con troppe aspettative. Al suo quarto, e si spera ultimo, remake È nata una stella torna di nuovo sul grande schermo prodotto da Warner Bros a distanza di oltre quarant’anni dalla sua ultima versione.
Decide di segnare così il suo esordio alla regia il giovane attore statunitense Bradley Cooper (divenuto famoso con Una notte da Leoni e Il Lato Positivo).
E se lui bravo, bello e divertente e Lady Gaga ipnotica, talentuosa e piena di grinta non fossero state già di buon auspicio per la riuscita del film, a tentare di portare un pizzico di novità su una storia datata sono state le direttive registiche che hanno attirato i più: nessun trucco infatti dietro la macchina da presa.
E dunque alla regina del Pop è stato vietato di truccarsi nelle scene del quotidiano di Ally e il suo collega ha dovuto cimentarsi nel dare il meglio di sé come rock-star esibendosi per l’intera colonna sonora dal vivo senza play-back!
Una vera scoperta Cooper che ha immediatamente conquistato la critica con un’inaspettata voce calda e roca nei panni del cantante di successo Jackson Maine pronto a dare tutto se stesso per la donna di cui si innamora.
Questi sono stati senz’altro i punti di forza da dover riconoscere al film; ma da qui in poi arrivano le note dolenti.
Al di là delle doti artistiche dei suoi protagonisti, le scelte optate per questa glitterata e rumorosa rivisitazione sono state piuttosto banali e scontate.
Sappiamo già che si tratterà del solito artista ubriacone nel pub che perde la testa per la solita ragazza sconosciuta che canta e che oltre all’amore tra i due, nascerà anche una contorta rincorsa al successo che minerà prevedibilmente il loro rapporto straordinario.
La trama risulta a noi ormai nota perché l’originale risale al lontano 1937 con Janet Gaynor e Fredric March; ma non è questo il difetto di questo prodotto quanto il susseguirsi inutile di frasi stereotipate, scene immerse in cliché cinematografici da quattro soldi e una sostanziale “scontatezza” costante che da spettatore si percepisce sin dall’inizio.
Non è dunque condannabile la scelta, quanto è in dubbio la motivazione dietro la scelta di non apportare alcun tipo di novità.
Perché fare un film sulla base di un precedente conosciuto al grande pubblico senza rinnovarlo?
Con una star del calibro di Lady Gaga che rimane la vera stella di questo progetto, come mai limitarsi a riportare i fatti e concentrarsi al massimo su una (effettivamente ottima) selezione e realizzazione musicale?
Ma se ancora non era richiesto pretenziosamente che si desse un nuovo taglio originale alla storia, si poteva se non altro evitare che questa risultasse un copia e incolla di vari stralci di film dell’ultimo ventennio quali ad esempio La la land, Rock Star e Tutto può cambiare.
Un vero peccato perché se l’intreccio poteva risultare attuale all’ora lo sarebbe stato sicuramente anche adesso ma troppo poco spazio è lasciato alla profondità di questi personaggi che rimangono delle macchie abbozzate dal gusto pre-confezionato che non permettono nessun contatto empatico.
In sala nei cinema italiani a partire dall’11 ottobre, resta probabilmente la speranza che possa incontrare il favori dei più giovani sulla base di un romanticismo drammatico che non passa mai di moda favorito dall’eccezionale voce della Germanotta (in arte Gaga).
(ph. Credit www.spetteguless.it)
Daria Falconi