Il progetto “Tutti in rete: insieme si può”, attivo nel territorio dei Comuni di Oppeano e Zevio, spegne la sua seconda candelina e per festeggiare questo importante traguardo, nonché la sua prosecuzione grazie a una donazione della
Famiglia Rana e al contributo dei due Comuni interessati, giovedì 11 ottobre si terrà una cena proprio presso il Ristorante della Famiglia Rana a Vallese di Oppeano, alla quale parteciperanno familiari, volontari, professionisti, rappresentanti degli enti pubblici e privati e associazioni.

Ad oggi questo progetto ha preso in carico 24 famiglie, erogando circa 800 ore di servizi gratuiti a domicilio per persone affette da decadimento cognitivo e per i loro familiari.
Il progetto nasce dalla rete strettasi fra enti pubblici e privati, in primis dai Comuni di Oppeano e Zevio, in collaborazione con Associazione Volontari Oppeanesi, Associazione Alzheimer Italia Verona, Fondazione Zanetti, Associazione Allegralamente, Ulss 9.

Il progetto è rivolto agli anziani affetti da decadimento cognitivo e ai loro familiari, con l’obiettivo di favorire la permanenza nel proprio focolaio domestico e il benessere psico-fisico e sociale dell’intero nucleo familiare, offrendo al contempo un accompagnamento e un punto di riferimento nella gestione della malattia. L’approccio integrato della condivisione delle risorse dei territori e la multidisciplinarietà degli interventi erogati permettono di rispondere in modo personalizzato ai bisogni delle famiglie prese in carico. Invero sono diverse le figure professionali che si recano a domicilio su segnalazione dell’Assistente sociale, del medico di famiglia o dei CDCD: la psicologa dott.ssa Curti per il sostegno dei familiari nella gestione quotidiana e per la relazione con l’anziano nonché, ove possibile, per la stimolazione delle sue abilità residue, il dietista dott. Bottari per prevenire la malnutrizione nell’anziano e la logopedista dott.ssa Sarti per una valutazione della disfagia e per colloqui di conseulling.
Un altro importante obiettivo del progetto è quello di fare sentire queste famiglie ancora parte attiva della comunità e combattere gli stereotipi che ruotano attorno alla patologia. A tal fine dei professionisti si recheranno al domicilio per un sostegno “amichevole” e gratuito agli anziani, abbattendo così sia il problema della movimentazione del malato che quello degli alti costi che spesso queste famiglie sono costrette ad affrontare per la cura. Sostegno “amichevole”, invero sono già stati proposti diversi momenti di socializzazione e festa anche aperti alla comunità quali teatro, pranzi, la gita a Levico in occasione dell’Alzheimer Fest, nonché serate informative e formative sul decadimento cognitivo.

Veronica Foroni