di Mariapia De Carli
Tra il 2020 e il 2025, secondo un rapporto di Gartner, multinazionale della consulenza, l’intelligenza artificiale creerà due milioni di posti di lavoro. Un saldo positivo sorprendente visto che le tecnologie più avanzate sono state finora accusate di “rubare” posti di lavoro, soprattutto agli operai. Ma ora, sostiene lo studio, sarebbe arrivato il momento del sorpasso: nei settori dell’assistenza sanitaria e dell’istruzione in primis l’intelligenza artificiale creerà più impieghi di quelli che eliminerà. Sarebbe una buona notizia per un futuro tecnologico che di fatto è già presente. Alcuni dispositivi all’avanguardia stanno rivoluzionando il quotidiano e il nostro benessere aumenterà nei prossimi anni, quando ne saranno disponibili di nuovi. Ma cos’è l’intelligenza artificiale? Essa si fonda su tecnologie e strumenti capaci di apprendere autonomamente e di migliorare da soli le proprie prestazioni. Sebbene l’espressione sia stata coniata abbastanza di recente, nel 1956, quello dell’intelligenza artificiale è un concetto molto antico. Basti pensare, ad esempio, al mito greco di Efesto con i suoi aiutanti robotici.
Oggi è entrata nelle nostre case grazie alla domotica, tanto per cominciare. Nelle abitazioni più moderne è possibile avvalersi di  sistemi automatizzati per gestire l’illuminazione, il clima, alzare le tapparelle e per evitare fughe di gas, incendi e furti. In cucina, i frigoriferi di ultima generazione hanno dei sensori e una telecamera che, dopo aver verificato quali cibi sono finiti, li ordinano a un sito di e-commerce. Attraverso lo smartphone si può controllare che cosa manca mentre si è a fare la spesa. Esistono anche forni che riconoscono gli alimenti e autoregolano la cottura. Ci sono modelli di lavatrice che decidono quanto detersivo usare e che lavaggio effettuare a seconda dei vestiti inseriti nel cestello. E se dopo aver lavato oggi non resta che prendere il ferro e stirare, in futuro non sarà così: negli Stati Uniti è già in commercio un robot (FoldiMate) capace di stirare e piegare il bucato. Sono in vendita anche in Italia gli aspirapolvere di nuova generazione che, grazie a una telecamera, sanno orientarsi nella casa e puliscono in autonomia. per risparmiare energia, con la domotica è possibile gestire a distanza, grazie a pc o telefonino, tutti gli elettrodomestici. E se non è dietro l’angolo la diffusione delle auto a guida autonoma, già esistono vetture che, con l’intelligenza artificiale, aiutano l’automobilista assistendolo nel parcheggio o con la frenata automatica in presenza di un ostacolo. La creazione di auto a guida autonoma, assicurano gli esperti, limiterà traffico e incidenti che ,nella maggior parte dei casi, sono dovuti a errori del conducente.
In questo campo si alternano momenti di disillusione ad altri di entusiasmo, come quello che stiamo vivendo. I fattori trainanti sono il successo degli algoritmi che permettono ai robot di imparare da soli, il miglioramento della potenza elaborativa dei processori e l’ampissimo numero di esempi accumulati nel tempo e disponibili online da cui le macchine possono imparare. Sebbene esse non siano in grado, globalmente, di garantire le stesse prestazioni dell’uomo, nel singolo campo sono già capaci di fare meglio. Per esempio la piattaforma Watson ha dimostrato come i robot possano interpretare meglio dei medici le ecografie, rilevando malattie in fase iniziale, quando le cure hanno migliori effetti. Insomma siamo di fronte a una nuova rivoluzione industriale.