Donne forti, passioni travolgenti, voci indimenticabili riempiono l’Arena per rendere omaggio a Puccini. In esclusiva le dichiarazioni delle artiste presenti allo spettacolo

Servizio di: Roberto Tirapelle

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Cr. ph. Ennevi

Sabato 22 agosto il comparto sopranile allinea star come Eleonora Buratto, di recente applaudita nel Verdi GalaMaria José Siri, pucciniana anche per inaugurazioni alla Scala; Hui He, beniamina areniana.  È molto atteso anche il ritorno sulla scena veronese dei tenori Marcelo Álvarez, dopo otto anni, e Piero Pretti, assente dal 2015, così come quello del baritono Alberto Gazale. Completano la locandina altre voci di lusso, tra cui Carlo Bosi, Dario Giorgelè, Gianfranco Montresor. Il veronese Andrea Battistoni dirige l’Orchestra dell’Arena di Verona e il Coro preparato da Vito Lombardi.

Ad aprire il programma è la prima opera in assoluto di Puccini, scritta appena dopo la fine degli studi: Le Villi, creature fatate della mitologia centro-europea, vendicatrici d’amore. Da questo ricco esordio musicale, alla prima esecuzione nella storia areniana, sono tratti l’intermezzo La Tregenda e il festoso coro introduttivo. Si passa quindi al romantico finale primo de La Bohème, che comprende tre capolavori senza soluzione di continuità: l’aria di Rodolfo Che gelida manina, la risposta Sì, mi chiamano Mimì e, infine, il duetto conclusivo O soave fanciulla. 

Dell’appassionante tragedia giapponese Madama Butterfly sono proposti i due celebri assoli della protagonista Un bel dì vedremo e l’addio di Tu, piccolo Iddio, intervallati dal delicato Coro a bocca chiusa. L’impegnativa aria finale di Manon Lescaut segue il celebre Intermezzo sinfonico, mentre la parte finale della serata è dominata da Tosca: dallo spettacolare Te Deum che coinvolge solisti, orchestra, coro, organo, campane e cannoni, all’intima e intensa Vissi d’arte, fino all’esecuzione integrale dell’Atto III. Qui, mentre il sole sorge su Roma, tra stornelli in lontananza (affidati alla voce del piccolo pastorello Marco Bianchi) e i mattutini dai campanili della città eterna, Cavaradossi dà il suo intenso addio alla vita con E lucevan le stelle, prima di vedere un’ultima volta la sua amata Tosca.

La lettura delle splendide dichiarazioni raccolte dalle artiste tracciano l’avventura musicale delle opere pucciniane attraverso studio e passione.

Eleonora Buratto (soprano)

Che cosa la lega a Puccini e a La Bohème, l’opera che canterà al Gala?

Cr.ph. Silvia Lelli

“È la prima opera che ho ascoltato per intero da bambina, cantando anche nel coro delle voci bianche. In quegli anni non avrei mai pensato di diventare una cantante lirica e di poter interpretare il ruolo meraviglioso di Mimì.”

“Amo Puccini perché lo considero, insieme a Ravel, tra i più grandi orchestratori del ‘900, la sua musica è un meccanismo perfetto. E ovviamente amo le sue donne, la loro straordinaria umanità, la capacità d’amare, di soffrire, di gioire. Sono donne complesse, moderne.”

“Vocalmente, alcune di esse mi corrispondono perfettamente e più di tutte Mimì. L’ho debuttata al Gran Liceu di Barcellona nel 2016 e da allora è diventato uno dei miei ruoli distintivi.”

“Sono straordinariamente felice di darne un assaggio al festival dell’Arena, non a caso ho cantato Un bel dì vedremo all’inaugurazione di questo Festival 2020 “Il cuore italiano della musica”: volevo dare un’anteprima di un ruolo che presto debutterò, quello di Madama Butterfly, e terminare con la mia Mimì.”

Hui He (soprano)

Che cosa la lega a Puccini e a Madama Butterfly, l’opera che canterà al Gala?

“Madama Butterfly è uno dei ruoli che ho cantato di più nella mia carriera. Posso dire che è parte di me, è una creatura che mi ha donato tantissimo e attraverso la quale mi si sono aperte le porte di tutti i più grandi teatri del mondo. Ho già cantato Butterfly all’Arena in due edizioni.”

“Cio-Cio-San è una giovane donna, ingenua all’inizio, ma durante il corso dell’opera vediamo la sua maturazione, la crescita della sua anima, che la trasforma da vittima ad eroina. Anche vocalmente questo comporta il saper donare al personaggio dolcezze e sfumature, ma anche vero temperamento drammatico. Non c’è una recita dove io alla fine non mi senta stordita, distrutta dall’intensità delle emozioni che provo.”

“Ho cantato Tosca, Manon Lescaut, Liù, Turandot e Mimì, e in ciascuno di questi personaggi ho trovato una parte di me: sono creature che vivono di passione vera, sono personaggi dai sentimenti reali che si sublimano nella musica di Puccini.”

Maria José Siri (soprano)

Che cosa la lega a Puccini e a Manon Lescaut, l‘opera che canterà al Gala?

Cr. ph. Victor Santiago

“Puccini per me é come il primo amore , ho avuto la fortuna di fare due delle sue opere nella versione originale ( Butterfly e Manon Lescaut alla Scala ) più altri titoli come Tosca , Le Villi , Bohème , Tabarro , Suor Angelica . Come non adorare  un compositore e uomo di teatro che amava tanto le donne come lui?”

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Si ringrazia l’Ufficio Stampa di Fondazione Arena e le agenzie Ariosi Management e InArt Management