77esima Mostra del Cinema di Venezia (2 – 12 settembre)

Servizio a cura di Roberto Tirapelle

Intervento del Direttore del Festival (dal catalogo della Mostra)

L’inverno del nostro sconcerto si è tramutato in una primavera di angoscia, per poi scivolare lentamente in un’estate contrassegnata dall’incertezza e dal timore per un futuro inquieto. Restano dentro di noi le tantissime vittime della pandemia che nessuno può e vuole dimenticare e le preoccupazioni per una ripartenza che stenta a concretizzarsi.

In questo contesto, la decisione di realizzare la 77esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia è vissuta come un segnale di fiducia e di concreto sostegno del mondo del cinema e dell’industria audiovisiva, duramente colpiti dalla diffusione del virus e dalle sue drammatiche conseguenze. Le lavorazioni sui set interrotte, l’uscita dei film rimandata a data da destinarsi, le sale cinematografiche chiuse e poi parzialmente riaperte con limitazioni pesantissime, imposte da ragioni di sicurezza.

Migliaia di posti di lavoro a rischio, un numero impressionante di famiglie sospese nell’incertezza della ripresa, in un settore non certo secondario per la cultura e l’economia mondiale. Sino a poco tempo fa, anche la certezza di poter tener fede all’appuntamento di fine estate con la Mostra veneziana era tutt’altro che scontata. Nel frattempo, tuttavia, molti cineasti si erano rimessi al lavoro per completare i film incompiuti, mentre la macchina organizzativa del festival si rimetteva in moto per essere pronta all’appuntamento.

È dunque con grande senso di responsabilità e impegno che abbiamo affrontato una situazione ignota e senza precedenti, nella quale le regole del gioco cambiavano in continuazione, costringendoci a grande flessibilità e disponibili e continue correzioni di rotta.

La Mostra si terrà nelle date previste, a prezzo di qualche rinuncia, ma anche forte di innovazioni, favorite dalle opportunità che le circostanze hanno reso possibili. Se è vero che la sezione Sconfini dovrà attendere il ritorno alla normalità per essere ripristinata, il Concorso Venice VR Expanded ha trovato una congeniale ed efficiente collocazione in streaming, che offrirà il vantaggio di consentire ai tantissimi appassionati di questa nuova forma d’arte la possibilità di un accesso più ampio e meno condizionato dai limiti fisici della pur affascinante installazione sull’isola del Lazzaretto.

Infine, il tradizionale appuntamento con Venezia Classici potrà approfittare della collaborazione con la Cineteca di Bologna in occasione della 34esima edizione del festival Il Cinema Ritrovato, in programma nel capoluogo emiliano dal 25 al 31 agosto, prima della repliche già previste a Venezia nei mesi successivi. Segno concreto di una solidarietà tra i festival e della capacità di reagire alle difficoltà del momento, individuando inedite modalità condivise per uscire dall’isolamento provocato dalla pandemia, e contribuire alla ripartenza della vita culturale del Paese.

Anche così si reagisce alle terribili difficoltà generate da una crisi sanitaria inattesa e (quasi) senza precedenti, gettando le basi per ricostruire ciò che si è perso per strada o ha rischiato di andare distrutto, nella fiducia che prima o poi “torneranno i prati”.

Il programma della Mostra di quest’anno, per dirla con Bob Dylan, contiene moltitudini: di film, di generi, di prospettive. I film invitati sono un numero consistente e solo di poco inferiore alle tradizionali proposte veneziane. Segno che il cinema non è stato travolto dallo tsunami della pandemia, ma conserva una vitalità invidiabile.

Come di consueto, la selezione offre poi una variegata alternanza di approcci diversi, nella consapevolezza che la Mostra non possa esimersi dal rappresentare la ricchezza e la varietà del cinema. Che non è un unicum, come talvolta si tende a credere, ma una molteplicità di esperienze estetiche e visive da non far rimpiangere la ricchezza di forme che le altre arti hanno da sempre praticato e valorizzato. Per cui ci sono, anche quest’anno, film d’autore, commedie, documentari, film horror e gangster movies, e via elencando, senza trascurare quei lavori che in gergo si definirebbero crossover (se non fosse un termine orrendo), consistenti nel rifiutare la separazione dei linguaggi a vantaggio di una contaminazione produttiva di forme ed estetiche.

Mancherà qualche grande titolo spettacolare, bloccato dal lockdown che ancora condiziona la programmazione delle uscite dei film hollywoodiani più attesi, mentre alcuni cast dei film invitati non potranno superare i blocchi che ancora limitano la libertà dei viaggi intercontinentali, potendo però ricorrere alla risorse delle tecnologie di comunicazione per assicurare la promozione dei rispettivi film.

Ma ciò che conta è che il programma della Mostra possa essere la conferma della vivacità del cinema contemporaneo, affidata a un ricambio generazionale di estremo interesse, del quale fa parte anche la componente femminile, sinora relegata a percentuali imbarazzanti. Nel concorso di Venezia 77, quasi la metà sono film diretti da donne, selezionati esclusivamente in base a criteri di qualità e non a seguito di protocolli di genere: una percentuale senza precedenti che confidiamo sia di buon auspicio per un futuro del cinema scevro da pregiudizi e discriminazioni di sorta.

Da “Molecole” di Andrea Segre, in preapertura

Il convitato di pietra di questa edizione è, ça va sans dire, il Covid-19, una scomoda presenza che ha condizionato non poche scelte e imposto straordinarie misure di sicurezza, applicate con rigore per assicurare a tutti i partecipanti – team, accreditati e pubblico – di poter essere parte attiva della manifestazione in tranquillità e senza correre alcun rischio. La riduzione del numero dei film, il distanziamento rispettato nell’area della Mostra e all’interno delle sale di proiezione, la sanificazione dei luoghi, l’aumento delle repliche di ciascun film, l’utilizzo a pieno titolo della multisala Astra al Lido sono gli aggiustamenti resi necessari da questo anno straordinario.

Mentre le repliche previste al Cinema Rossini di Venezia e al Centro Candiani a Mestre, cui si aggiunge l’allestimento di due arene all’aperto (la prima al Lido, la seconda ai Giardini della Biennale), consentiranno anche al pubblico tradizionale e affezionato di poter assistere alla maggior parte dei film. Non mi resta che augurare una buona Mostra a tutti e lunga vita al cinema!

Alberto Barbera

I film in programma nella sezione Concorso – Orizzonti – Fuori Concorso

Per la sezione Concorso, clicca qui

Per la sezione Orizzonti, clicca qui

Per la sezione Fuori Concorso, clicca qui

Otto direttori artistici dei principali festival cinematografici europei saranno presenti alla serata inaugurale della 77esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, il 2 settembre 2020 in Sala Grande (Palazzo del Cinema al Lido), in rappresentanza della comunità dei festival cinematografici dell’Europa e del mondo.

Gli otto direttori – Alberto Barbera (Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica), Carlo Chatrian (Berlin International Film Festival), Thierry Fremaux (Cannes Film Festival), Lili Hinstin (Locarno Film Festival), Vanja Kaludjercic (International Film Festival Rotterdam), Karel Och (International Film Festival Karlovy Vary), José Luis Rebordinos (San Sebastian International Film Festival), Tricia Tuttle (BFI London Film Festival) – intendono in tale occasione, in questo anno eccezionale, ribadire l’importanza dell’arte cinematografica in segno di solidarietà per l’industria del cinema mondiale duramente colpita dalla pandemia e dei colleghi costretti a cancellare o a rinviare i loro festival.

Spot di apertura

Nel corso della serata, gli otto direttori saliranno sul palco della Sala Grande, per leggere un documento condiviso in cui si riafferma il valore irrinunciabile del cinema, nonché il ruolo e l’importanza dei festival nel sostegno e nella promozione del cinema di tutto il mondo e di quello europeo in particolare. I festival – sarà ribadito – non si limitano a essere delle vetrine promozionali per mostrare il meglio della creatività di autori e cineasti, ma sono sempre più centri di cultura, luoghi di formazione al servizio dei giovani registi, occasioni di formazione culturale per il pubblico e di educazione dei giovani alla bellezza e alla ricchezza dell’esperienza cinematografica. Un luogo di ricerca e di confronto dove la creatività e la libertà di espressione artistica si concretizzano in un dialogo fecondo e necessario con il pubblico e la società.