Nell’odierno Lampi News parliamo del peso del silenzio, una forza che diviene insopportabile di fronte alla soppressione di chi ha la sola colpa di dissentire

Di: Andrea Panziera

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Come ben sanno i lettori, il Basso Adige fin dalla sua nascita si occupa di cultura nel senso più completo del termine. Rifuggiamo cioè da qualsiasi connotazione che anche alla lontana possa apparire di vicinanza politica a questo o quello schieramento.

Ricordo questa sua natura di giornale fieramente orgoglioso della sua condizione di assoluta indipendenza da logiche di appartenenza, peraltro immediatamente verificabile dalla sua lettura, perché prendere posizione di fronte a vicende abnormi che ledono la libertà e la dignità umana, o peggio provocano l’eliminazione fisica delle persone, non può in alcun modo venire interpretato come uno scivolamento verso le ragioni degli uni o degli altri.

Tuttavia, il peso del silenzio diviene talvolta insopportabile. Lo diventa di fronte alla soppressione diretta o indotta di persone la cui unica colpa è quella di dissentire. Oppure, lo diventa di fronte a colui che ha colpa di trovarsi al cospetto di chi confonde il suo dovere di far rispettare le regole con una sorta di diritto di vita o di morte sul posto.

Per Lampi News, nessuna distinzione

Non esiste distinzione possibile fra chi incarcera i suoi oppositori senza uno straccio di prova che dimostri una qualsiasi colpa se non quella di dissentire e li fa morire di stenti in galera, chi li fa avvelenare in qualche aeroporto e tenta di occultare le prove, chi minaccia di far intervenire l’esercito contro la popolazione che non accetta votazioni taroccate e arresta gli avversari in via preventiva o li costringe a riparare all’estero, chi loda gli agenti di polizia che sparano alle spalle di un povero disgraziato che sta salendo in auto dove siedono tre suoi figli piccoli e avanza improbabili paragoni fra i tutori dell’ordine – o i mestatori del disordine – e i golfisti.

Non importa se chi si macchia di questi misfatti stia all’Est o all’Ovest né se sia un dittatore o un presidente di un Paese democratico. Di fronte a siffatte efferatezze, parafrasando il Duca di Mantova, questo o quello per me pari sono (Rigoletto (3)). E mi sento orgoglioso e sollevato di vivere nella vecchia cara Europa, che con tutti suoi problemi rappresenta ancora un baluardo alla barbarie e un caposaldo di civiltà.