Leone d’oro a Nomadland di Chloé Zhao, con Frances McDormand anche nel ruolo di produttrice. L’Italia vince con Favino e Castellito

Di: Roberto Tirapelle

LEGGI ANCHE: VENEZIA CINEMA

Chloé Zhao, regista cinese, ma anche sceneggiatrice, produttrice e montatrice, attiva nel cinema indipendente statunitense, è affascinata fin da giovane dalla cultura occidentale. A 15 anni ha ottenuto di poter studiare in un collegio a Londra.

La regista Chloé Zhao

Completa gli studi superiori a Los Angeles, per poi iscriversi all’Università di arti liberali di Mount Holyoke, nel Massachusetts. Qui, ottiene un bachelor’s degree in scienze politiche. Dopo alcuni brevi impieghi nel settore pubblicitario e immobiliare, oltre che come barista, studia cinema alla Tisch School of the Arts presso l’Università di New York. Zhao ha inoltre diretto il film di prossima uscita dei Marvel Studios Eternals, programmato per il 2021 e distribuito da Walt Disney Studios.

È il quinto Leone d’oro vinto da una donna dopo Margarethe Von Trotta (1981), Agnès Varda (1985), Mira Nair (2001) e Sophia Coppola (2010). Chloé Zhao ha ringraziato la Mostra con un videomessaggio in collegamento dal suo camper a Pasadena, accanto all’attrice Frances McDormand. Di seguito il suo commento sul film.

Frances McDormand

“Nell’autunno del 2018, mentre giravo Nomadland a Scottsbluff, Nebraska, vicino a un campo ghiacciato di barbabietole, mi ritrovai a sfogliare Desert Solitaire di Edward Abbey, un libro che mi aveva regalato qualcuno incontrato sulla strada. Sfogliandolo incappai in questo passaggio: “Gli uomini vanno e vengono, le città nascono e muoiono, intere civiltà scompaiono; la terra resta, solo leggermente modificata. Restano la terra e la bellezza che strazia il cuore, dove non ci sono cuori da straziare… a volte penso, senz’altro in modo perverso, che l’uomo è un sogno, il pensiero un’illusione, e solo la roccia è reale. Roccia e sole” (Edward Abbey, Desert solitaire. Una stagione nella natura selvaggia, trad. Stefano Travagli, Baldini & Castoldi, 2015).

Per i successivi quattro mesi, mentre ci spostavamo per girare il film, fu un continuo andirivieni di nomadi; molti di essi conservavano rocce raccolte durante le peregrinazioni a bordo delle loro case su ruote alimentate dal sole. Dispensavano storie e saggezza davanti e dietro l’obiettivo della telecamera. Essendo cresciuta in città cinesi e inglesi, sono sempre stata profondamente attratta dalla strada aperta, un’idea che trovo tipicamente americana: la continua ricerca di ciò che sta oltre l’orizzonte. Ho tentato di catturarne uno scorcio in questo film, sapendo che non è possibile descrivere veramente la strada americana a un’altra persona. Bisogna scoprirla da soli”.

Nomadland è prodotto da Frances McDormand (Olive Kitteridge su HBO), Peter Spears (Chiamami col tuo nome), Molly Asher (The Rider), Dan Janvey (Re della Terra Selvaggia) e Chloé Zhao (The Rider – Il sogno di un cowboy). Protagonista del film, oltre a McDormand, è David Strathairn (Good Night, and Good Luck.). Zhao torna a lavorare con il suo direttore della fotografia per The Rider, Joshua James Richards (La terra di Dio). Le musiche nel film sono del compositore italiano Ludovico Maria Enrico Einaudi. Di Zhao anche il montaggio.

L’Italia

L’Italia vince con Pierfrancesco Favino, Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, per Padrenostro di Claudio Noce.

Cr. ph. VisionDistribution

E con Pietro Castellito e I Predatori, premio Orizzonti per la migliore sceneggiatura.

Clicca qui per accedere a tutti i premi ufficiali della Mostra.

Clicca qui per accedere ai premi collaterali.