Lampi News parla oggi del Presidente Trump, ufficialmente risultato positivo al Covid-19. Ma è un altro il problema posto sotto la nostra lente

Di: Andrea Panziera

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Mentre scrivo, i media stanno divulgando la notizia che il Presidente Trump e la moglie sono risultati ufficialmente positivi al Covid-19. Pare l’abbiano contratto da una collaboratrice dello staff molto vicina alla coppia.

Parlare di nemesi inevitabile in questi casi viene spontaneo, ma in presenza di un possibile rischio per la salute ritengo corretto non infierire. Questo seppur a fronte di ripetuti comportamenti e dichiarazioni molto discutibili e avventati.

Come molti, anch’io ho assistito al duello televisivo fra l’attuale inquilino della Casa Bianca e il suo sfidante Joe Biden. Uno spettacolo deprimente e indecoroso per la Nazione più importante al mondo, tra sequele di insulti, interruzioni e provocazioni. Al confronto, anche i nostri più inguardabili talk show politici ne escono vincitori con molte lunghezze di vantaggio. Nutro seri dubbi, se non per gli amanti del trash più bieco, che un simile genere di rappresentazione possa minimamente influire sull’esito del voto del 4 novembre. Grazie al contagio, tuttavia, molto probabilmente il 2° ed il 3° round salteranno.

Lampi News: una domanda semplice, ma ineludibile

La questione di cui vorrei occuparmi in questo breve contributo non è però l’assegnazione del premio “Mister contumelie 2020”; desidero piuttosto porre all’attenzione dei lettori un quesito che ha valenza generale e concerne la trasparenza a prova di ogni possibile dubbio che dovrebbe contraddistinguere tutti coloro che esercitano il ruolo di capo politico in una società democratica.

La domanda è semplice, ma ineludibile: un Capo di Stato o di Governo – o chiunque occupi grazie a libere elezioni e quindi in modo pienamente legittimo posizioni di comando – può servirsi dello schermo del diritto alla privacy al fine di non divulgare informazioni riguardo alla sua situazione economica, fiscale e finanziaria?

Quando addirittura su Cesare, prima ancora che sulla moglie, gravano dubbi sulla liceità dei suoi comportamenti, comprovati da documenti difficilmente contestabili, e sullo stato di salute sulla sua reale condizione patrimoniale, che pervicacemente si rifiuta di dissipare, è lecito chiedersi per quale motivo ai semplici cittadini sia negato il diritto di seguire l’esempio del loro Presidente.

Il problema non è se Trump sia un falso ricco, un magnate di cartapesta pieno di debiti che intaccano considerevolmente i suoi asset immobiliari. E non è nemmeno se, di conseguenza, abbia veicolato di sé un’immagine lontana dalla realtà, riuscendo a venderla con innegabile successo. Il problema reale è se sia un vero evasore, che piega a suo uso e consumo una legislazione fiscale già di per sé favorevole ai grandi detentori di capitali, pagando meno tasse dell’ultima delle sue impiegate part-time.

La circostanza che lui sia il primo Presidente da oltre 50 anni a non pubblicare la propria dichiarazione dei redditi induce a ritenere fondata la seconda ipotesi, aldilà di ogni ragionevole dubbio.