Benvenuti a L’angolo di Eupalla, la nuova rubrica sportiva de Il Basso Adige. All’ordine del giorno una panoramica sull’attuale situazione della Serie A

Di: Andrea Panziera

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È proprio vero che nel gioco del calcio le certezze sono poche. E ancor più vero è che quelle poche possono durare lo spazio di una settimana. Squadre che sembravano imbattibili subiscono rovesci inaspettati, altre considerate semplici outsider d’improvviso si ritrovano ai vertici della classifica.

Questo accade da sempre, non solo in Italia; tuttavia, complici gli effetti della pandemia, quest’anno ogni campionato rischia di fare i conti con risultati sorprendenti. Esiti, in altri termini, che farebbero la fortuna degli scommettitori più ardimentosi.

In Spagna, il Barcellona naviga anonimamente nel gruppone di mezzo; in Inghilterra, le Big steccano come mai in passato; in Italia, il Milan, che nessuno metteva in cima ai pronostici, si ritrova solo soletto al comando. E nelle posizioni di vertice, ben prima delle presunte “grandi”, compaiono alcune “provinciali”.

Benché qualche certezza permanga, il rimescolamento dei pronostici in queste prime giornate è stato piuttosto evidente. L’Inter, la mia Inter, dipende sempre di più da quello che il direttore di questo giornale chiama affettuosamente “il fagottone”. Un po’ come Alberto Sordi aveva ribattezzato Mina. Se non segna e la sblocca lui, è dura: la vis pugnandi di qualche asserito “cavallo di razza” mi sembra infatti un pio desiderio.

La panoramica di Eupalla

La classe pedatoria, senza la necessaria grinta, nel calcio di oggi non fa assolutamente la differenza. La bellezza del gesto atletico, senza velocità di esecuzione, diviene un esercizio del tutto inoffensivo. In più, la difesa e lo stesso portiere paiono spesso un po’ distratti, tanto che quello che lo scorso anno era il punto di forza della squadra si sta ora rivelando la sua debolezza.

Privata di Ronaldo, la Juve ha retto decorosamente, ma con tutto il rispetto per il grande campione che è stato nutro qualche dubbio sulla capacità di Pirlo di ottenere gli stessi risultati dei suoi predecessori. Certo, non foss’altro che per una questione di esperienza.

La Lazio, così come il Napoli, alterna prestazioni convincenti ad altre deludenti. La Dea, a mio avviso una potenziale candidata allo scudetto, fa ammattire i suoi tifosi passando da goleade imperiose a inspiegabili passaggi a vuoto. Si legga San Paolo e Sampdoria in casa.

Forse il venir meno di tante certezze può rivelarsi un bene, perché il sicuro vincente alla fine genera più noia che ammirazione. Ma è abbastanza probabile che, Covid permettendo, nel prosieguo la forza delle rose a disposizione farà la differenza. Anche perché se in corso d’opera puoi cambiare quasi metà squadra e fra le big quelli che entrano in molti casi valgono più di quelli che escono, in base al dettato del famoso articolo 5°, competere diventa veramente dura.