La Fondazione Verona per l’Arena ridona la bianca stella a Piazza Bra e ai veronesi: una sfida al virus e un messaggio di speranza

Di: Pierantonio Braggio

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La bianca e imponente stella cometa di Verona, sbucando dall’alto dell’Arena, domina Piazza Bra. Porta l’annuncio del Natale che viene, ma oggi anche la speranza di superare un momento difficile e malinconico.

La Fondazione Verona per l’Arena, d’intesa con il Comune e a seguito di pressanti richieste di molti veronesi (e non solo), ha dunque deciso di restituire la stella alla città. Il (ri)montaggio, infatti, supportato peraltro da Matilde Vicenzi SPA, è ormai personificazione della Verona natalizia, nonché un festoso capolavoro e punto d’incontro di visitatori, di gruppi, di famiglie e di bambini. E questo perché la stella cometa è simbolo del Natale, certo, ma anche dell’annuale rassegna operistica areniana, che richiama numerosi turisti italiani e stranieri.

Hanno espresso viva soddisfazione per l’iniziativa il sindaco Federico Sboarina e l’assessore alle Manifestazioni Filippo Rando. Presente anche Alfredo Troisi, ideatore del monumento d’acciaio.

La stella di Verona

Ideata da Alfredo Troisi, per l’appunto, e progettata da Rinaldo Olivieri, la stella di Verona è parte del Guinness dei Primati. Costituisce ad oggi l’archiscultura più grande del mondo, tanto da essere richiesta dalle città di New York, Francoforte, Tokyo e Osaka (Giappone) e dallo Stato del Texas.

A suo tempo, gli americani l’avrebbero voluta come simbolo dell’Esposizione mondiale; ciononostante, in un sondaggio de L’Arena, i veronesi risposero con un “no” categorico all’eventualità che la stella lasciasse Verona. Per gli abitanti scaligeri, difatti, “stella di Natale” significa trentasette anni di successo e di promozione della città, con enorme indotto economico.

E l’iniziativa quest’anno ha un sapore diverso. Alfredo Troisi e Giorgio Pasqua di Bisceglie, presidente e segretario generale di Fondazione Verona per l’Arena, hanno voluto favorirla con un ulteriore obiettivo: portare luce e speranza nella nostra città. Un po’ di festa, insomma, nel buio delle restrizioni antivirus.