Edgar Degas è noto essere appartenuto alla corrente dell’Impressionismo, sebbene presenti peculiarità che lo distinguano dai suoi colleghi

Di: Giovanni Pasquali

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Hilaire German Edgar Degas, noto come Edgar Degas, nato a Parigi nel 1834 e morto ivi nel 1917, è ricordato per essere stato uno dei più grandi esponenti della corrente artistica dell’Impressionismo, in auge dalla seconda metà dell’Ottocento, tra il 1860 e il 1870, fino ai primi anni del Novecento.

L’Impressionismo ha come punto nevralgico la soggettività dell’artista, le cui emozioni pongono le basi per la realizzazione dell’opera artistica. Di impronta realista, precedente, è la predilezione per il colore; per contro, il disegno e il soggetto perdono lo status di elementi fondamentali.

Ma Degas si discosta parzialmente dai colleghi: le tematiche subiscono notevole influsso della tradizione precedente, l’aspetto che delinea i suoi lavori non richiama l’artista in sé né la sua emotività, quanto la psicologia dei soggetti raffigurati, e infine non apprezza la tecnica peculiare degli impressionisti, la “pittura all’aperto” (en plein air), decidendo quindi di non servirsene.

Gli influssi esterni

Prima di adempiere completamente alla corrente con cui divenne celebre, Degas ha subito un forte influsso sia in Italia sia in terra natia. In Italia, ha frequentato luoghi di importante patrimonio culturale e artistico, tra cui: l’Accademia Reale di Belle Arti e il Museo Archeologico Nazionale a Napoli; la Villa Medici a Roma; la Basilica di San Francesco ad Assisi; e la Galleria degli Uffizi a Firenze.

In Francia, invece, dopo essere tornato sotto richiesta del padre, a lui prevalse artisticamente Édouard Manet, il quale acquisì maggiore notorietà tramite innovazioni rivoluzionarie, per lo più estranee a Degas. L’attenzione maggiore della critica nei confronti del primo, a discapito delle sue opere, ha prodotto un’aria di cambiamento.

Stimolato da Manet, Degas si avvicinò maggiormente alle istanze realiste promosse già un decennio prima da Gustave Courbet. Era un’arte che sovvertiva l’ideale pittorico tradizionale e che restituiva dignità agli aspetti della vita quotidiana. Al seguito, mosse lo sguardo su temi legati alla realtà contemporanea, spronato anche dalle varie amicizie con i musicisti, che gli fecero scoprire il mondo delle quinte del teatro.

Accorgimenti sulla sua pittura

I suoi soggetti testimoniano fedelmente la realtà. L’artista predilige le scene di vita parigina, concentrandosi sui movimenti delle figure e ritraendo attraverso una sensibilità originariamente realistica, alla quale, col tempo, si affianca un crescente impegno morale. Di fatto, Degas si serve di un procedimento di ricostruzione razionale 1) degli ambienti e 2) dei soggetti, con una tecnica che mantiene il gusto per i contorni netti e per la precisione dei particolari.

Per quanto concerne primi, la sua indagine si fissa su immagini d’interni che esplorano la vita dei ceti borghesi e la solitudine delle persone; riguardo ai secondi, l’artista li rappresenta nella loro interezza e chiarezza umana, senza doppi fondi o con una retorica volta a sensibilizzare l’estetica. Sono catturati, in breve, come se si trovassero lì casualmente. Non mancano certo le eccezioni: in alcuni casi, come ne L’assenzio del 1816, i soggetti posano per il pittore, che li ritrae naturali.

I suoi soggetti

Degas è stato – ed è tuttora – definito “il pittore delle ballerine”. Predilige i soggetti femminili, nonostante le ripetute accuse di misoginia – considera le donne come le eterne seconde alla sua arte. Memorabili sono i soggetti danzanti, ritratti singolarmente e poi uniti a opera conclusa.
L’artista è attratto dal loro concreto movimento, specie se fissato in una posa convenzionale e strutturata. Li coglie realisticamente, mascherandone la grazia e – anzi – mettendone in risalto la goffaggine e i limiti fisici.

Edgar Degas, “L’orchestra dell’Opéra”, 1868. (Cr. ph. Wikipedia)

Il legame con l’ambiente del teatro è imprescindibile. Le ballerine o sono il soggetto principe o sono comparse a vantaggio di soggetti in primo piano. Una chiara esemplificazione è il dipinto L’orchestra dell’Opéra.

Realizzato intorno al 1868 e conservato al museo d’Orsay di Parigi, il dipinto testimonia lo stimolo per il tema del teatro e dell’orchestra. Il pittore, infatti, risolve l’impianto compositivo dell’opera in maniera inedita, proponendo una soluzione visiva dinamica che si sostituisce alla visione frontale e immobile generalmente adottata. Il dipinto restituisce un effetto di mero realismo, al punto da considerarsi un’istantanea fotografica.

La predilezione per gli interni

Complice la riluttanza per la pittura en plein air, Degas dipingeva prettamente nel suo atelier. Criticò aspramente i colleghi dediti a questa tecnica peculiare della corrente artistica d’appartenenza. Gli ambienti che ritrae sono tendenzialmente chiusi: i teatri, i caffè, le sale da ballo, gli interni abitativi. Riprova di quest’ultimo esempio è il dipinto La famiglia Bellelli.

Edgar Degas, “La famiglia Bellelli”, 1858-1867. (Cr. ph. Wikipedia)

Realizzato tra il 1858 e il 1867 come omaggio alla generosità dei Bellelli, Degas raffigura la zia Laura in compagnia del marito, il barone Gennaro Bellelli, e delle due figlie, Giovanna e Giulia. A sinistra della composizione si erge Laura, maestosa e autoritaria. Rivolge lo sguardo a destra, dove è seduto il marito, ma lo ignora. Una simile impassibilità testimonia la difficile situazione coniugale: Laura e Gennaro non sono affatto uniti dall’amore, bensì sono esasperati da un’ostilità radicata. Questo malessere, tuttavia, non tocca l’umore delle due fanciulle, le quali, troppo piccole per capire, paiono indifferenti alle vicende coniugali dei loro genitori.

Gennaro Bellelli è seduto e dà le spalle all’osservatore. Degas lo descrive come un uomo preoccupato solo dei suoi interessi. Egli, comunque, prova un vivo affetto per le figlie, al punto da distogliere per un istante lo sguardo dalle sue carte e rivolgerlo alla piccola Giulia. Nel mentre, Giovanna – l’altra figlia – si pone accanto alla figura della madre, che, con atteggiamento possessivo, la porta a sé tramite un gesto di protezione.

L’ambiente familiare, apparentemente tranquillo – secondo i classici stereotipi -, qui mostra un fondo nascosto. Il realismo dell’arredo, delle decorazioni e della disposizione dei membri della famiglia si affianca alla volontà di far emerge la vera natura dei rapporti. Osservando il dipinto, è difficile stabilire i motivi per cui gli individui siano così assoggettati gli uni dagli altri; conosciamo i precedenti del matrimonio tra la zia Laura e il barone Gennaro perché rivelati allo stesso Degas durante il suo soggiorno dalla famiglia e poi da lui comunicati.

Le peculiarità del pittore

Degas pone grandissima attenzione alla psicologia dei soggetti. Il loro intimo, i loro stati d’animo, vengono messi in evidenza per inserirli in un piano più alto di quello che il quadro si limita a mostrare. Non c’è solo l’estetica e il realismo, ma molto di più.

Dagli anni Ottanta dell’Ottocento, il pittore si mostra interessato all’indagine dei soggetti umani, che rappresenta accentuandone i caratteri di disagio e marginalità all’interno del tessuto sociale. Il tema degli emarginati è forte in quadri dove i soggetti sono totalmente alienati dal fulcro della società. Ritroviamo alcuni esempi nelle sarte, nelle lavandaie e nei clochard, e un’ulteriore conferma nel già citato L’assenzio.

Le stesse ballerine sono fanciulle spesso di bassa estrazione sociale: nella prospettiva di un’ascesa sociale, si sottopongono a un mestiere tutt’altro che facile, avvilendosi e affaticandosi.