L’angolo di Eupalla dà l’addio a Mauro Bellugi, uno dei migliori difensori di sempre. Il mastino nerazzurro era stato campione d’Italia nella stagione 1970-71

Di: Andrea Panziera

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Molti appassionati di calcio più giovani di me probabilmente ricordano Mauro Bellugi, spiritoso commentatore dell’emittente privata 7GOLD assieme a Elio Corno e Tiziano Crudeli.

Nonostante avesse giocato anche con Bologna e Napoli, Bellugi non ha mai nascosto che i colori nerazzurri erano impressi in modo indelebile nel suo cuore. Questo non solo perché con la maglia dell’Inter aveva vinto lo scudetto nella stagione 1970/71, ma anche per l’unico gol in carriera, realizzato proprio con la maglia dell’Inter in Coppa dei Campioni contro il Borussia di Netzer.

Chi, come me, lo ha visto dal vivo nel catino di San Siro ricorda sicuramente la sua vis pugnandi, l’esuberanza fisica con la quale spesso annichiliva l’avversario, i basettoni beat e la sua schiettezza tipicamente toscana. È stato uno stopper implacabile, duro, ma leale, con brillanti prestazioni anche in Nazionale. In carriera, forse, un unico rammarico: l’aver saltato la finale per il terzo posto, poi persa contro il Brasile, ai Mondiali in Argentina del 1978.

Come Mariolino Corso e qualche altro suo compagno, è entrato molto presto nelle grazie di Angelo Moratti, il patron della Grande Inter. Poco dopo il suo arrivo a Milano, infatti, questi gli ha regalato una villa a Stintino. Il figlio Massimo, alla notizia che il Covid aveva colpito duramente Bellugi – con conseguente amputazione delle gambe -, aveva deciso di farsi carico di tutte le spese, incluse quelle relative all’impianto di protesi che gli consentissero di riprendere a camminare. Purtroppo, la malattia ha avuto il sopravvento: a soli 71 anni, lo ha portato via alla moglie e all’unica figlia. A lui, sicuramente, spetta di diritto un posto nel Pantheon dei migliori difensori di sempre.