Un amichevole biotecnologo di quartiere: qualche parola su Stefano Bertacchi

Di: Chiara Tomasella

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Autore di due libri editi per la collana “Microscopi” di Hoepli, collezionista di francobolli e (soprattutto) appassionato divulgatore: in nuce, Stefano Bertacchi, laureato in biotecnologie industriali e dottore di ricerca in tecnologie convergenti per i sistemi biomolecolari all’Università di Milano Bicocca.

La sua attività di youtuber è iniziata da aprile 2020, benché il suo canale esistesse già da tempo; nonostante i video caricati siano (per ora) meno di una decina, quelli disponibili all’interno della piattaforma che lo vedono come ospite o conferenziere sono molti di più.

Vediamo dunque alcune delle tematiche più spesso toccate all’interno delle clip registrate.

UN APPROFONDIMENTO SUGLI OGM

Abbiamo già parlato di organismi geneticamente modificati all’interno dell’articolo dedicato a Dario Bressanini, in cui si è commentato il caso della papaya. Anche Stefano cerca di raccontarli al grande pubblico, evidenziando le problematiche relative alla definizione giuridica del termine, i palesi controsensi in cui s’incappa studiando da vicino la questione, le buffe – ma pericolose – distorsioni che la cartellonistica pubblicitaria propone per dichiararsi contraria ai vegetali transgenici, che di colpo diventano, nell’ordine:

  • Limoni in cui un paio di mani senza volto inietta qualcosa, aumentandone le dimensioni (accanto, un cedro saluta);
  • Pannocchie in cui alcuni chicchi sono sostituiti da pillole dai colori fluo;
  • Mele tagliate che, dopo un veloce ritocco tramite Photoshop, mostrano spicchi d’arancia al loro interno.

E l’elenco potrebbe continuare.

Il problema è che le modifiche genetiche implicate dalla dicitura “GM” non servono a creare dei mostri di Frankenstein da servire in tavola ad un ospite sgradito.

È stato geneticamente modificato il batterio Escherichia coli, in modo tale da fargli produrre l’insulina umana, da usare nel trattamento del diabete. Una volta la si estraeva dal pancreas del maiale, con un procedimento molto meno sostenibile ed efficace.

È stato geneticamente modificato il Golden Rice, tipologia di riso con un importante valore nutrizionale aggiunto, in quanto in grado di arricchire una dieta con i precursori della vitamina A, la cui carenza affligge moltissime persone al mondo.

È stata geneticamente modificata la rosa “Suntory”, con l’idea di ottenere un fiore blu: in questo caso, tuttavia, i petali della corolla possono assumere soltanto parzialmente tale tinta, generando un colore diverso, più tenue e affine a quello della lavanda, a scopo puramente ornamentale.

Come mai questi esempi?

Il primo esempio in questa triade è un caso di uso medico delle biotecnologie: in tale ambito, sembra che l’accettazione pubblica verso l’ingegneria genetica sia indiscussa, per la stretta vicinanza che si riscontra fra il prodotto realizzato e l’effetto benefico che ha.

Nel settore alimentare, invece, la ritrosia è maggiore, nonostante i rigidi controlli a cui vengono sottoposti i prodotti dell’ingegneria genetica; come nota su cui riflettere, un dato interessante è la destinazione che ha la soia OGM importata anche in Italia. Pur non finendo direttamente in tavola, infatti, tale leguminosa viene utilizzata per dar da mangiare agli animali da allevamento da cui prendiamo il latte o la carne, senza che questo crei alcuna problematica di sorta.

Infine, laddove l’organismo coinvolto non sia edibile, l’attenzione generale sembra – tutto sommato – stringersi nelle spalle.

IL MERAVIGLIOSO MONDO DI μ

Un’altra tematica trattata da Stefano riguarda i microorganismi, termine generico che indica tutti gli esseri viventi dalle dimensioni troppo minute per essere colte dall’occhio umano; in particolare, Bertacchi lavora a stretto contatto con quelli che definisce “milioni di piccoli aiutanti”, in laboratorio. E ha anche una maglietta che raffigura proprio uno di questi invisibili collaboratori.

Al di là dell’aura di mistero, stiamo parlando dei lieviti: funghi unicellulari che da millenni intervengono nelle attività produttive dell’uomo, ad esempio per produrre la birra o i panificati. Anche questi particolari eucarioti possono essere editati geneticamente: ad esempio, Saccharomyces cervisiae è stato “istruito” a produrre un precursore dell’artemisinina, sostanza usata come importantissimo farmaco antimalarico.

CONCLUSIONI E CONSIGLI

Quanto appena detto non deve portare a far pendere l’ago della bilancia assolutamente a favore di qualsiasi procedura di editing, visti gli esempi favorevoli finora descritti. Come in ogni campo, infatti, si tratta di valutare caso per caso, senza fare di tutta l’erba un fascio.


Per chiunque fosse ulteriormente curioso, ecco una breve playlist:

Per i lettori, invece, due (scontati) consigli!