“Trentino, vite e vino. Storia, arte e cultura” di Mariano Giordani: la storia della viticoltura e della vinificazione nelle terre trentine e viciniori

Di: Pierantonio Braggio

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In occasione del XVIII Congresso delle Confraternite Enogastronomiche Europee, tenutosi, la
settimana scorsa, a Verona, con lo scopo di cementare i rapporti, fra dette Confraternite, nonché
trattare e fare conoscere le risorse agroalimentari dei territori di provenienza delle 112, italiane e
straniere, partecipanti, siamo stati onorati del dono, da parte del Gran Maestro della Confraternita
della Vite e del Vino, Trento, prof. Enzo Merz, del volume: “Trentino, Vite e Vino – storia, arte e
cultura.”

Un volume, il cui importante contenuto ci mancava e per il quale ringraziamo il suo
Autore e la Confraternita del prof. Merz, che, in tal modo, ci hanno fatto meglio conoscere la storia
della viticoltura e della vinificazione, nelle terre trentine e viciniori. Le Confraternite hanno anche
questo scopo…, perché “agroalimentare” e, nel caso, “vino”, sono tradizione e cultura. Come ogni
prodotto, in questo caso, agroalimentare, anche il vino, non presente, come tale, in natura, ma, frutto
del lavoro dell’uomo, ha una sua storia, millenaria, peraltro, soprattutto, per quanto riguarda, la sua creazione e, prima ancora, la produzione di uve, adatte alla sua preparazione.

Se iniziali punti-base,
di inizio della storia del vino – segnala l’autore del volume in tema, Mariano Giordani – sono stati
l’Iran, 6000-5000 a.C., e la Georgia, dove si confermano ritrovamenti di otri d’8000 anni orsono,
studi, in merito “suggeriscono l’ipotesi che la regione del Caucaso fu quasi sicuramente la culla
della viticoltura mondiale”. Importantissimi, poi, i ritrovamenti di giare in Galilea, risalenti ad un
tempo, “prima, ancora, che la prima riga della Bibbia, fosse scritta”…, evidenzia l’Autore.

Se ciò
può essere detto, quanto alla zona e al tempo d’origine del vino, in generale, sul nostro pianeta,
Giordani, segnala, ad abundantiam, con innumeri particolari, ritrovamenti diversi di materiale
antichissimo, per la coltivazione della vite e per la vinificazione delle uve, rilevando come “si deve, quindi, al
ritrovamento di numerosi falcetti da vignaiolo, la così detta “roncoletta”, in varie zone del Trentino,
la conferma d’una radicata e diffusa pratica della viticoltura, nel secolo IV a.C., riportando, a quel
periodo, le prime vinificazioni, sul territorio trentino”.

Avrà, comunque, una visione dettagliata e
completa della storia del vino, nelle terre di Trento, chi vorrà dedicarsi alla lettura del
particolareggiato testo, reso più interessante, da oltre cento riproduzioni a colori, in 191 pp.,
Bolzano, Athesia Buch Srl, 2020.

Il curatissimo volume contempla i seguenti temi: L’erranza del
Vino, Alle origini della viticoltura trentina, Viticoltura in età romana, Declino e rinascita – l’Età
medievale, La vite ed il vino negli affreschi di Villa Margon, Vino conciliare a Trento,
Michel’Angelo Mariani il divin cronista, Vino trentino alla corte di Paride Lodron, Divini brindisi
nel secolo dei Lumi, Vigneti del Sudtirolo, al secolo delle malattie della vite, La ricostruzione del
vigneto trentino, Il mistero delle Tavole ampelografiche, La ricerca di una via autonoma alla
viticoltura trentina, Il vino trentino di Mario Soldati, La perdita di un’identità, Le rappresentazioni
della vite e del vino nell’arte moderna, Etichette d’arte e l’arte in etichetta, La vite e il vino, nella
simbologia cristiana e, infine, Le ragioni per un Museo del Vino trentino.

Importante, quindi, la lettura di tale opera, perché l’esame della stessa apre le porte a vini, derivanti
da uve particolari, legate ad un territorio, con sue caratteristiche irripetibili e, quindi, a vini, che
meritano d’essere assaggiati e degustati, per essere dovutamente apprezzati e conosciuti, come ogni
“nuovo”, che non ci è noto. In questo, la storia, bene esposta, ci sarà d’aiuto.