È iniziato da eterogenee legioni l’attacco a Fort Dragache, versione tricolore della mitologia western made in USA

Di: Andrea Panziera

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Penso che oramai non ci siano più dubbi: è iniziato da eterogenee legioni l’attacco a Fort Dragache, versione tricolore della mitologia western made in USA. Gli assalitori in molti casi nulla hanno in comune, né ideologia o credo politico, appartenenza culturale o visione della società. Condividono però l’obiettivo finale, che si sostanzia nell’indebolimento prima e nella caduta poi dell’attuale Presidente del Consiglio; per alcuni si tratta di un proposito da realizzare in un orizzonte temporale di breve termine, per altri più in là nel tempo.

L’avanguardia di questa composita compagnia è costituita da No Vax, No Green Pass, sognatori di complotti e sostenitori di oscure trame di ogni genere e origine. Ormai da molti fine settimana occupano le strade e le piazze di numerose città italiane, al nord come al centro-sud, in nome di una difesa della libertà di scelta che a loro dire sarebbe stata conculcata dall’attuale Esecutivo alla stregua dei peggiori regimi autoritari.

Nelle loro fila si mescolano fascisti irriducibili, anarchici ed ex brigatisti non pentiti, molti eredi a loro insaputa del Fronte dell’Uomo Qualunque di gianniniana memoria ed una varia e vociante umanità che mastica un concetto un po’ distopico della parola “Diritti”. Sono del tutto incuranti delle notizie sempre più allarmanti che provengono da molti Paesi in merito alla diffusione della pandemia, derubricandole come invenzioni della stampa di regime, non specificando a quale di questi Stati canaglia sarebbe imputabile la diffusione di notizie false. Forse la Spectre annidata nei Paesi dell’ex Unione Sovietica, o a quella biondo platinata cui fa capo l’ MI5 britannico? Alla fine scopriremo che è tutta colpa sua: il suo nome è Bond, James Bond.

Penso che tutti noi abbiamo un poco esitato di fronte alla prospettiva di vaccinarsi; in questi mesi, soprattutto all’inizio, gli scienziati e più in generale gli esperti si sono spesso mostrati divisi, titubanti e non di rado hanno ingenerato dubbi e sensazioni contraddittorie. Tuttora le voci fuori sintonia non sono scomparse, alcune anche abbastanza autorevoli. Io per primo ho atteso qualche mese prima di sottopormi all’inoculazione, con lo scopo di leggere quanto più possibile sull’argomento. Ma alla fine, di fronte a situazioni come questa, che mettono a rischio la tua vita e quella degli altri, una scelta si impone. Lo confesso, trovo un po’ surreale e fuorviante la discussione sulla asserita conculcazione in atto della libertà individuale.

Mi chiedo per quale serio motivo il Sistema Sanitario Nazionale, quindi indirettamente ognuno di noi con la Fiscalità generale, si debba far carico dei costi, effettivi e potenziali, derivanti da un rifiuto che accomuna il 20% scarso della popolazione. Perché deve ricadere sulla collettività, quindi provocare un possibile aumento delle imposte, l’onere dei tamponi o quello delle cure e delle degenze per chi nega che esista una questione Covid?

Sono e sarò sempre un difensore del libero arbitrio, a condizione però che ad esso sia associato tutto il portato che la doverosa assunzione di responsabilità comporta. Ma in questi giorni appare in tutta evidenza come il rischio per il Governo in carica non provenga solo dai protestatari del fine settimana. La manovra di bilancio in fase di approvazione finale è infatti oggetto delle richieste più varie, molte delle quali avanzate nel puro intento della difesa degli interessi di bottega, senza alcun rispetto per la necessaria salvaguardia delle compatibilità economiche, in primis dell’equilibrio dei Conti Pubblici. Insomma, è la politica delle bandierine, che si traduce nella fatidica frase che ascoltiamo con noia in tutti i TG: “grazie a noi sono stati sono stati tutelati gli interessi di Tizio, Caio e Sempronio e chissenefrega di tutti gli altri”.

E’ invero duro a morire il retaggio di politiche che negli ultimi 40 anni hanno portato all’esplosione del Debito Pubblico, alle pensioni baby ed alla coltivazione delle clientele come prassi per l’acquisizione del consenso. E pazienza se tutto ciò ha significato la proliferazione, sottotraccia o manifesta, del voto di scambio, se ogni neonato italiano si trova fin dal suo primo vagito ad avere sulle sue deboli spalle un’ipoteca futura di 45.000 euro, se chi entra oggi nel mondo del lavoro non ha la minima certezza di campare così a lungo da riuscire a percepire uno straccio d pensione.

Qualcuno obbietterà che queste richieste di maggiori spese o tagli di imposte sono socialmente eque e servono per alimentare la crescita. Mi verrebbe da dire: “lafferiani ( da Laffer, sostenitore della Supply Side Economics, ndr) e spendaccioni di ogni partito unitevi!” Peccato che queste politiche hanno quasi sempre come risultato più tangibile quello di far aumentare il deficit più che il PIL e noi non ce lo possiamo proprio permettere. Ma tanto, questo è un problema delle future generazioni, non è vero ?