Inaugurata nella cornice del Museo d’Arte di Mendrisio la mostra “A.R. Penck”, retrospettiva su uno dei più importanti artisti tedeschi della seconda metà del ‘900

Di: Maria Mele

LEGGI ANCHE: La ricetta del Gruppo UNA per l’ospitalità italiana

E’ stata inaugurata nella splendida cornice del Museo d’Arte di Mendrisio e resterà aperta fino al 13/02/2022 la mostra A.R. Penck retrospettiva su uno dei più importanti artisti tedeschi della seconda metà del ‘900 scomparso a Zurigo nel 2017.

In mostra 40 dipinti di grande formato, 20 sculture in bronzo, cartone e feltro, oltre a opere su carta e libri d’artista provenienti da collezioni private e dalle gallerie Michael Werner di Berlino,Colonia e New York che dialogano in modo originale e ardito con l’architettura duecentesca del complesso di  San Giovanni, costituito dall’ospizio e convento dei frati Umili e poi frati Serviti, che ospita il bellissimo piccolo museo d’arte della cittadina ticinese.

Un fil rouge, quello delle grandi restrospettive su artisti del 900, che il Mudeo d’arte di Mendrisio sta srotolando da qualche anno  e che lo pone tra gli enti museali protagonisti della ricerca artistica contemporanea.

Un complesso lavoro di ricerca  durato due anni  e portato avanti dal curatore del Museo Simone Soldini e dalla co curatrice Barbara Paltenghi Malacrida insieme a Ulf Jensen, grande conoscitore dell’opera di A.R. Penck, ha consentito di raccontare le principali tappe evolutive di questo significativo esponente degli anni 70 e 80 del ‘900 che, insieme ad un ristretto gruppo di artisti e compagni, Immendorf e Kiefer per citarne solo alcuni, ha espresso le contraddizioni  dell’epoca post nazista nella Germania e del conflitto Est-Ovest mediante un linguaggio espressivo originalissimo che passa dalla pittura, alla scultura, alle scienze filosofiche e cibernetiche per arrivare alla musica.

Nato a Dresda nel 1939, A.R. Penck pseudonimo di Ralf Winkler, è testimone di tutti i grandi, drammatici eventi storici del ‘900, dagli orrori della guerra al crollo del regime nazista, dalla dolorosa divisione della Germania, all’affermarsi e al fallire del regime socialista nella Germania Est, dalla costruzione alla distruzione del muro tra Berlino Est e Berlino Ovest.

In un costante tentativo di tovare la quadratura del cerchio tra le grandi contraddizioni umane e artistiche Penck persegue un progetto solitario con cui si identifica tutto il suo universo figurativo: la Stand Art

Proprio dalla Stand art e dalla sua iconica rappresentazione di immagine concettuale parte la mostra mendrisiotta che esplora le transizioni dell’artista e le possibili suggestioni che il suo lavoro ha avuto su altri rappresentanti artistici dello stesso periodo come Basquiat e Haring.

Di grande rilievo anche il catalogo della mostra, primo documento sull’arte penckiana in lingua italiana, che racchiude nelle sue 320 pagine foto inedite dell’artista, tavole a colori sui lavori pittorici e scultorei, sui libri d’artista e saggi di pregio sull’importanza del lavoro di questo artista multiforme alla continua ricerca di un nuovo linguaggio per il dialogo universale capace di rappresentare in una prospettiva univoca la coralità del mondo.

Innovativo anche il percorso pensato per avvicinare all’arte di Penck i bambini, attraverso attività didattiche gratuite per gli allievi delle scuole dell’infanzia, elementari e medie inferiori.

Una scommessa che i curatori della mostra hanno fortemente voluto, una sorta di esperimento sociale per valutare quanto l’approccio pulito e senza pregiudizi di tipo storico e culturale dei bambini possa avvicinare in modo diretto il prezioso, ricco e ancora parzialmente sconosciuto mondo di questo grande artista prematuramente scomparso.

Articolo originale su Excellence Magazine Luxury