Arrivati al giro di boa del Campionato di Serie A, la lotta per il titolo sembra circoscritta a tre o, al massimo, a quattro squadre

Di: Andrea Panziera

LEGGI ANCHE: L’angolo di Eupalla – I mussi non volano più

Siamo arrivati a metà Campionato ed alcune considerazioni mi paiono inevitabili. La lotta per il titolo sembra circoscritta a tre o, al massimo, a quattro squadre.

Il distacco di Inter, Milan, Napoli e Atalanta rispetto alle inseguitrici è piuttosto consistente e chi sta dietro dovrebbe mettere in preventivo che esse abbiano tutte passaggi a vuoto molto importanti, eventualità questa che mi sentirei di escludere.

Juventus, Roma, Lazio e Fiorentina si giocheranno la conquista di un posto in Champions League; allo stato, altri obiettivi mi sembrano abbastanza inverosimili, pur nella imprevedibilità alla quale non di rado il calcio ci ha abituato.

Se ad agosto le previsioni erano invero differenti, per la qualità espressa in campo, per la continuità di rendimento, per le performances dei singoli, ritengo che la attuale classifica rispetti fedelmente i valori delle squadre. La qual cosa non presuppone un girone di ritorno fotocopia di quello d’andata.

Ad incidere saranno in primis la Coppa d’Africa, che potrebbe privare alcune compagini di elementi determinanti. Poi il decorso della pandemia, che in altri tornei sta falsando non poco l’andamento degli incontri. E da ultimo le competizioni europee, che richiederanno un surplus di impegno (con tutti i rischi connessi) ai team tuttora in lizza.

E’ mia opinione che non avremo, come lo scorso anno, un vincitore già alla quartultima giornata. Vedo decisamente più equilibrio e gli scontri diretti saranno l’elemento che farà pendere il piatto della bilancia a favore dei vincitori. Discorso a mio avviso leggermente diverso è quello che riguarda la lotta per la permanenza in serie A.

Il solco che si è creato fra le ultime tre ed il resto del gruppo assume dimensioni via via più consistenti e ritengo che sarà un divario quasi impossibile da colmare. Storicamente la quota salvezza si colloca a non meno di 33-34 punti e farne più del doppio nel girone di ritorno rispetto a quelli dell’andata mi sembra impresa alquanto ardua.

Tornando a chi lotta per lo scudetto e a chi al momento appare piuttosto lontano da questa prospettiva, sicuramente si può parlare di piacevoli conferme per Inter e Milan, forse addirittura aldilà delle più rosee aspettative. Un plauso a Inzaghi e Pioli, che sono riusciti a dare una precisa identità alla loro squadra, proponendo quasi sempre un bel gioco e riuscendo ad ottenere sempre il massimo dai calciatori impiegati.

Se dovessi fare due nomi, saranno loro che battaglieranno fino al termine per la conquista del titolo. Vedo un gradino sotto Napoli ed Atalanta, se non altro per una minore continuità di rendimento e soprattutto perché le Coppe potrebbero incidere in misura maggiore, a motivo di rose meno numerose e competitive di quelle delle due milanesi.

Si può parlare di delusione per Juve, Roma e Lazio? In parte sì, ma i cambi di allenatore spesso sono forieri di difficoltà e questa regola vale anche se quelli subentranti possono vantare palmares di tutto rispetto. Il girone di ritorno ci dirà se la fase di assestamento è terminata ovvero se i lavori in corso procederanno fra alti e bassi fino al termine della stagione.

Io propenderei per la prima ipotesi, ma il distacco accumulato mi sembra troppo ampio per ambire a traguardi differenti da un buon piazzamento che culmini nella riconquista delle posizioni pro-Coppe.

Sorprese? Una su tutte, l’Empoli. Molti la davano fra le sicure retrocesse, ma a dispetto dei pessimisti veleggia al nono posto non per casualità ma per indubbi meriti propri, con importanti vittorie in casa di qualche big, facendosi spesso apprezzare per trame di gioco, determinazione e quella spavalderia che contraddistingue chi crede nei propri mezzi.

Chapeau!