Due italiani a Londra, dopo due anni e due mesi d’assenza. Ma una Londra diversa, cambiata sia dalla Brexit che dalla pandemia

Di: Samuela Piccoli

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Dopo due anni dall’inizio della pandemia, io e mio marito abbiamo deciso di tornare a Londra il giorno stesso in cui sono cadute le ultime restrizioni per recarci nel Paese della regina Elisabetta. Non nego che ero piuttosto titubante, pensando erroneamente che mi sarei trovata di fronte una città senza regole, nel pieno della frenesia post pandemica. Niente di più sbagliato: le restrizioni sono state tolte, questo è vero, ma molte persone per strada e nei negozi ancora indossano la mascherina, che è comunque obbligatoria sui mezzi pubblici e in aeroporto.

Il primo impatto

Rispetto agli anni precedenti non abbiamo dovuto far lunghe code al controllo passaporti, e questo particolare mi è parso strano. Dove erano finiti tutti i turisti? Per un attimo mi ero completamente dimenticata della pandemia, tanto era il mio desiderio di riappropriarmi per pochi giorni solamente della normalità tanto agognata.

Siamo arrivati nel centro di Londra e abbiamo portato i bagagli in hotel, ansiosi di uscire per poter riappropriarci di una città che abbiamo nel cuore da anni. In Inghilterra fa decisamente più freddo che in Italia, eppure mi fa sempre sorridere il modo in cui gli Inglesi affrontano l’inverno.

Alcuni vanno in giro indossando solo giacca, camicia e pantaloni, altri con cappotti piuttosto leggeri, mentre le ragazze sfidano il freddo senza indossare le calze, come se fossero in piena estate. Per non parlare dei bambini che in molti casi portano i pantaloni corti con 5/6 gradi; in Italia questo provocherebbe non pochi mal di pancia alle super protettive nonne e mamme, mentre lì non sembrano farci molto caso.

Camminando per la città…

Saint Paul’s Cathedral

Abbiamo camminato a lungo toccando i punti più caratteristici della città: Buckingham Palace, Trafalgar Square, Southwark, il Globe, celeberrimo teatro del vate inglese William Shakespeare, Saint Paul’s Cathedral per poi terminare il nostro primo giro nelle vie dello shopping Oxford Street a Regent Street. Ciò che mi ha colpito maggiormente è trovarmi di fronte a una città semivuota e a parecchi negozi chiusi…mi spiego meglio, in effetti una città di quasi 9 milioni di abitanti non può essere vuota, ma priva di turisti decisamente sì.

Passando di fronte a Buckingham Palace non abbiamo visto le consuete frotte di persone che si assiepano contro la cancellata per vedere le guardie, nella speranza vana che si affacci la regina o anche solo un inserviente. Niente code nelle varie attrazioni, quasi nulle nei negozi più gettonati. Oggi, il rischio è quello di trovare un luogo completamente diverso in una Londra che in due anni ha quasi totalmente perso la prosperità che tanto piaceva ai turisti.

”Il Sole 24 ore” scrive: “Secondo i dati dell’ente governativo Visit Britain i visitatori stranieri scenderanno a fine 2021 a 7,6 milioni, in calo del 30% rispetto agli  11 milioni del 2020, a loro volta crollati del 70% dai 40.9 milioni del 2019, anno pre-Covid. Dal 2019 alla fine del 2021 la caduta delle presenze estere è stata dell’82%”. Un numero considerevole se si pensa a tutto l’indotto del turismo a Londra. Anni fa camminando per le strade affollatissime, non era raro sentire spesso conversazioni in Italiano o in molte altre lingue europee. Questa volta no , anche in hotel la maggior parte dei turisti erano inglesi o americani.

Luoghi da vedere

Sky Garden

Nonostante lo stupore, ne abbiamo approfittato per visitare luoghi in cui, prima del Covid, avremmo dovuto fare lunghe code. In primo luogo lo Sky Garden, un incredibile giardino con un belvedere situato ai tre ultimi piani di uno dei grattacieli più recenti della city. Oltre a godere di un paesaggio magnifico della città circondati da piante esotiche, si può gustare un cocktail o una birra in uno dei locali situati al suo interno.

Da non perdere anche una visita a Greenwich. Per raggiungerla basta prendere la Jubilee line fino a North Greenwich e avere la fortuna di incontrare un tassista gentile che vi porti fino al celeberrimo meridiano e che poi vi aspetti per poi far ritorno alla stazione della metropolitana.

A pochi passi da quella fermata potete anche “volare” sulla città con la Emirates Air Line. Inaugurata nel 2012, la cabinovia a tragitto orizzontale garantisce una vista mozzafiato lungo il percorso sul fiume di 1,1 km sorvolando la Barriera del Tamigi, Canary Wharf e il Parco Olimpico. Per persone che non soffrono di vertigini!

Cosa pensano i residenti…

Ne abbiamo approfittato per chiedere ai residenti cosa ne pensano di Londra, della Brexit e della pandemia. Ecco cosa ci hanno risposto:

Maddi, cameriera greca del pub “Frontman” e studentessa di counseling: “ Adesso è più arduo per i pub e per i ristoranti trovare personale. Hanno reso più difficile agli stranieri lavorare in Inghilterra e tutto ciò per favorire gli inglesi che, in ogni caso, non vogliono essere impiegati in determinati settori.

Chiara, libera professionista nel campo immobiliare:” Pensavo che la Brexit fosse un’opportunità per la Gran Bretagna, ma la pandemia ha dato un ulteriore scossone alle attività e, al momento, non so quanto tempo ci vorrà per tornare agli splendori di un tempo. Di certo ho l’impressione che qui siamo un po’ più rilassati che in Italia: mi sembra assurdo che i vaccini abbiano portato alla rottura di rapporti familiari e di durature amicizie.”

Francesco, dirigente nel campo della finanza: ”Quelli che lavoravano a Londra, ma avevano un reddito annuo basso, sono stati costretti ad andarsene. Se uno straniero faceva il cameriere e non era naturalizzato inglese, doveva fare domanda per l’Eu Settlement Scheme per continuare a vivere nel Regno Unito dopo il 30 giugno 2021. Uno dei requisiti per la richiesta era il reddito, sostanzialmente dovevi avere un reddito minimo, se così non era, non potevi ottenere il settle status, quindi il datore di lavoro non poteva più tenerti. In realtà non ti mandavano via, ma, in ogni caso, dovevi lasciare il Paese.”

Curiosità…

Westminster Abbey

Cosa sarebbe successo se il principe Edoardo non si fosse innamorato di Wallis Simpson e avesse avuto figli? La corona non sarebbe passata al fratello Giorgio e, probabilmente, adesso sul trono d’ Inghilterra ci sarebbe un re o una regina con un altro nome e un pezzo di storia sarebbe stato cancellato.

Secondo l’Act of Settlement ogni membro reale è sempre immediatamente seguito nella successione dal suo discendente più diretto, i figli maggiori hanno la precedenza su quelli minori e quelli nati al di fuori del matrimonio no possono essere presi in considerazione.

Quindi se Edoardo VIII avesse avuto figli legittimi la corona sarebbe passata a questi ultimi e, come abbiamo detto, Elisabetta II, probabilmente non sarebbe esistita… e addio gadget e racconti che ormai fanno parte anche del nostro quotidiano.