La virologia alla portata di tutti (o quasi): Medical Facts, un progetto di Roberto Burioni

Di: Chiara Tomasella

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Fondato due anni fa con l’intento di offrire al pubblico uno strumento per distinguere i fatti accertati dalle opinioni pseudoscientifiche, il canale di Medical Facts ritorna attivo, dopo una lunga pausa, all’altezza del 23 gennaio 2020, con una precoce sintesi riguardante il Coronavirus ormai noto per antonomasia: il SARS-CoV-2, responsabile dell’ancora attuale pandemia.

Le clip caricate, della durata di pochi minuti, mirano a diffondere informazioni su che cos’è un tampone, su come si testano i farmaci antivirali, su quale sia l’iter per lo sviluppo di un vaccino efficace. Eppure, nonostante l’intenzione sia quella di mettere a disposizione di un largo numero di persone uno spaccato della vita in prima linea, a diretto contatto con la ricerca, i commenti disattivati e l’analisi del rapporto tra “mi piace” e “non mi piace” al di sotto di alcuni video sollevano molti interrogativi sulla reazione del pubblico all’iniziativa.

Un’analisi

Che un medico, in qualsiasi ambito di specializzazione, metta a disposizione le sue conoscenze al di fuori della pratica professionale non è scontato. Né è un dovere deontologico. Spiegare e raccontare in maniera comprensibile, piana e lineare il proprio mestiere è tuttavia estremamente utile; serve a rendere più umana l’etichetta di un titolo di studio, ad associare una motivazione a scelte che altrimenti rischierebbero di apparire come assoluti calati dall’alto. La scienza non è – ad oggi – un ipse dixit: non fa appello al principio d’autorità, ma a quello della cognizione di causa.

Perché, dunque, la voce di chi parla con anni di esperienza sulle spalle viene accolta con palpabile discordia?

Roberto Burioni

La principale voce narrante di Medical Facts è quella di Roberto Burioni, virologo presso l’università Vita-Salute San Raffaele di Milano nonché vincitore del premio Asimov 2017 per il libro Il vaccino non è un’opinione, edito da Mondadori nell’ottobre 2016.

È proprio al 2016 che risale l’episodio motore dell’attivismo di Burioni in campo divulgativo: invitato in una trasmissione televisiva come consulente scientifico, ottiene uno spazio minoritario per replicare alle posizioni antivacciniste esposte dagli altri ospiti. Per questo, porterà il caso in commissione di vigilanza RAI, ottenendo di tornare come ospite per l’intera puntata successiva.

Da quel momento in poi, lo scienziato decide di lottare contro la disinformazione dal proprio profilo Facebook. Nel 2018, quell’iniziale obiettivo diventa un progetto ad ampio spettro che raduna intorno a sé molte altre personalità.

Non solo Burioni

In aggiunta ai video realizzati dal suo fondatore, il canale YouTube ospita anche “I dialoghi di Medical Facts”, ovvero una serie di conversazioni tra esperti (come il microbiologo Nicasio Mancini, che introduce ogni puntata, e l’immunologo Ivan Zanoni) dedicate all’approfondimento tecnico di alcuni argomenti, spesso rilevanti per la comprensione dell’emergenza sanitaria. Per la loro natura maggiormente specialistica, sono forse consigliati a un pubblico al quale la terminologia utilizzata non sia totalmente estranea.

Ospite di una delle puntate di questa serie è anche Maria Rescigno, fondatrice della startupPostbiotica” e professoressa di Patologia Generale presso l’Humanitas University di Milano. Per la prima volta, l’area tematica della discussione non ruota intorno al Coronavirus, bensì al ruolo e all’importanza dei batteri per la nostra salute, non solo dal punto di vista metabolico.

Non solo Covid

All’incirca da quattro mesi, i video caricati non riguardano più il SARS-CoV-2, se non indirettamente. Vengono proposti alcuni esercizi per l’allenamento, eseguibili anche da casa, per venire incontro agli spettatori penalizzati dalla chiusura di palestre e centri sportivi. Sempre tra le clip più recenti si trovano inoltre esercizi di fisioterapia consigliati per il trattamento dei principali disturbi muscolo-scheletrici.

Il futuro del canale, auspicabilmente, sarà proprio quello di veder “normalizzati” i temi trattati, mano a mano che la situazione sanitaria andrà stabilizzandosi. La speranza è che non occorra attendere troppo.

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