“L’ironia è una forma di dubbio, e il dubbio è la base del pensiero scientifico”: i racconti di Dario De Santis

Di: Chiara Tomasella

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Storia, filosofia, scienze. Tre materie diverse, giusto? Compartimenti stagni colorati diversamente negli orari scolastici, distintamente allontanati dalla ricreazione. Poi, all’università, avviene un impensato rimescolamento: con curiosità, lo studente nota che i primi due termini si accompagnano amichevolmente al terzo, dando vita a storia e filosofia della scienza. E io che pensavo fossero liquidi immiscibili.

Il connubio tra umanesimo e ricerca scientifica, forse, andrebbe insegnato e valorizzato sin dagli anni del liceo, dove non sempre ha occasione di emergere tra le righe delle riflessioni condotte dai diversi docenti. Dario De Santis s’impegna a narrare questo trait d’union, invitandoci ad ascoltare, aneddoto dopo aneddoto, l’importanza che riveste.

UNA RIFLESSIONE SULL’ASTROLOGIA

C’è stato un tempo in cui lo spazio intorno alla Terra veniva interpretato bidimensionalmente, come se si fosse trattato di un unico canovaccio drappeggiato a mo’ di tendone sopra gli sguardi degli esseri umani. Un battito di ciglia nel tempo cosmico, ed ecco che sulla superficie del nostro pianeta compaiono i telescopi, mostrandoci una realtà un pochino diversa.

Zoom in

Castore, o Alpha Geminorum, per gli occhi di un osservatore del passato era una stellina particolarmente luminosa della costellazione dei Gemelli. Peccato che, in realtà, si tratti di un insieme di sei stelle, che di gemello rispetto a Polluce – una gigante arancione, singola – non ha assolutamente nulla.

Proviamo a considerare le altre tre stelle principali della costellazione, per capire meglio le loro caratteristiche: in particolare, valutiamo un singolo parametro, quello della distanza.
Alhena dista 105 anni luce da noi: ricordiamo che la stella più prossima al nostro sistema solare è Proxima (chi l’avrebbe mai detto) Centauri, la cui luce impiega “appena” quattro anni per raggiungerci. Bene, ma non benissimo.
Con Tejat Posterior, tuttavia, ci allontaniamo di 232 anni luce: più del doppio della distanza. La nostra bolla solare è parecchio lontana.
Epsilon Geminorum, ultima stella tra le più notevoli della costellazione, dista infine 903 anni luce da noi. Ciò significa che i fotoni che ci raggiungono da quella regione dello spazio sono stati emessi all’incirca quand’è nato Thomas Becket. Quand’è nato l’Ordine dei Templari.

Zoom out

“Le persone nate sotto questo segno sono caratterizzate da apertura mentale e capacità di comunicazione. Sono portate per la curiosità e la ricerca del sapere”

– Wikipedia

Tralasciando il fatto che, a spanne, oltre seicento milioni di persone dovrebbero corrispondere all’identikit zodiacale, considerare la descrizione appena fatta della costellazione dei Gemelli porta a chiedersi: è possibile che un gruppo di stelle totalmente irrelate tra loro, unite in una figura dalla fervida fantasia di un antico osservatore del cielo, abbia un’influenza di qualsivoglia tipo su un piccolo pianeta distante anni luce? Per non parlare del presunto influsso che potrebbe avere su un curioso esemplare di formichina bipede che cammina sulla sua superficie.

Claudio Tolomeo non conosceva né la spettroscopia né le dimensioni dell’universo osservabile, quando scrisse il suo Tetrabiblos. E non c’è da stupirsene: tale opera, che sta alla base dell’astrologia classica, è un testo di mille e ottocento anni fa, che va contestualizzato storicamente e letto come quello che è, ovvero come un prodotto del suo tempo. Avere coscienza storica di qualcosa significa esattamente questo: saperne individuare l’origine e il contorno esperienziale, traendone le dovute conclusioni.

All’interno del video di Dario sono presenti ulteriori considerazioni sul tema, come per esempio l’osservazione sulla persistenza delle idee: v’invito perciò ad approfondirlo
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